Per chi non era presente alla celebrazione nella Basilica di Santo Stefano il 27 settembre e per chi ha piacere di rileggere i ricordi ed i pensieri su Tommy da parte di chi lo ha conosciuto, abbiamo pensato di condividerli qui.
Ecco come lo ricordano:
Ecco come lo ricordano:
La sorella Francesca:
Ciao Tuma, non c’è bisogno di dire quanto profondamente sei capace di entrare nel cuore delle persone. Basta guardare questa chiesa, questa piazza, affollate di persone venute per salutarti e per farti sentire il loro affetto. C’è chi ha avuto la fortuna di conoscerti da sempre, chi di trascorrere con te molto tempo, chi di incontrarti velocemente sul proprio cammino, chi di conoscerti solo attraverso la tua storia fatta di coraggio, perseveranza, pazienza, amore. Nonostante questa apparente diversità, sei riuscito a creare e mantenere un filo e un legame che ha tenuto tutti uniti nel volerti bene e nel vedere e sentire tutto il buono che c’è in te. Attraverso le tue parole, i tuoi gesti, la tua silenziosa sofferenza hai trasmesso la tua energia anche a chi non ha nemmeno scambiato due parole con te. Ciò che ho sempre ammirato di te è la capacità di farti voler bene senza dover dire o dimostrare nulla, di essere te stesso senza farti condizionare dagli altri, di essere rispettato senza bisogno di chiedere rispetto, di cogliere nel segno con poche parole, ma mirate e al momento giusto. Pensando a tutte queste cose, come faccio a non essere felice? Di averti incontrato in questo cammino, di aver condiviso con te momenti che rimarranno sempre nel mio cuore, di averti avuto tutti i giorni parte della mia vita. Voglio pensare a te sempre e solo con un sorriso. Voglio celebrare ogni giorno trascorso con te come una festa e continuare a ricordarlo tale. Voglio immaginarmi insieme a te, mentre giochiamo spensierati al mare, mentre ti sgrido perchè non vuoi fare i compiti, mentre vengo a prenderti a scuola, mentre con grinta corri sul campo da calcio e calci la palla in rete, mentre mi prendi in giro, mentre guardiamo la partita in tv, mentre a tavola scherziamo e ridiamo, mentre insegniamo a fare la pasta negli Stati Uniti, mentre ti vedo assaporare con gusto il tuo piatto preferito, mentre mi porgi la tua spalla su cui piangere e sfogarmi, mentre mi regali la parola giusta che mi conforta senza giudicarmi, mentre con uno sguardo ci siamo già capiti. Voglio continuare a parlare e pensare a te al presente e mai al passato. Perchè so che tu sei qui e continuerai ad esserci, come prima e da oggi ancora di più. Il fratello Emanuele: Tommaso mi ha sempre emozionato. Fin dall'aprile 1991, prima di nascere, quando i miei genitori mi dissero che sarebbe nato. Tommaso mi emozionato durante la sua vita, parlando con lui mentre lo accompagnavo a scuola, guardando le sue partite di calcio, in tutte le sue decisioni, anche quelle che non condividevo, mi ha emozionato quando veniva a giocare a calcio con i miei amici e ci faceva vincere le partite, vincevamo 9 a 8 e lui segnava 9 goal. Tommaso mi ha emozionato per come ha saputo affrontare questi tre anni, durante i quali aveva paura ma ha regalato tranquillità alle persone che gli sono state vicino. Penso che Tommaso riuscisse ad emozionare le persone, non solo me, che sono suo fratello. Ed è un dono straordinario. Non ha senso dire altro perché Tommaso parlava con i suoi occhi e non amava parlar troppo. Grazie.Gli amici di sempre: E’ difficile per noi in questo momento trovare le parole adatte. Ognuno di noi ha avuto con lui un rapporto a proprio modo unico che non vogliamo e non possiamo riassumere in poche righe. Ma anche in questa occasione Tuma ci è venuto in aiuto. Le parole che vi leggeremo sono state scritte da lui, che avrebbe voluto condividerle con tutti noi. “Le persone che ti aiutano lo fanno col cuore, senza chiedere, loro lo fanno. Sono le persone che ti vogliono più bene in assoluto. Essere circondati da persone che farebbero di tutto per te, di più non posso desiderare. Mi rendo conto di essere tremendamente fortunato. Quando ci penso la notte dormo benissimo, pensando che ‘domani è un altro giorno’.” Noi vogliamo ringraziare tutte le persone che gli sono state vicine perché così come ha detto lui, anche in un momento del genere, l’hanno fatto sentire fortunato. Un grazie particolare a Marcello, Raffaella, Emanuele e Francesca, perché Tuma era quello che era soprattutto per merito vostro. Un enorme grazie a Tommaso che con la sua forza ci ha lasciato questo pensiero: 13 aprile 2015 “Dieci giorni fa stavo andando in Bolognina, non ricordo per quale motivo, pioveva e non era stata una gran giornata per me. Dunque, stavo camminando, sotto la pioggia col cappuccio, auricolari alle orecchie. Arrivo in cima al ponte della stazione, butto giù lo sguardo e vedo qualche treno passare. A quel punto, senza nessun motivo, mi fermo, faccio un respiro enorme e, mi imbarazza un po' dirlo, chiudo gli occhi. Un'illuminazione. Mi sono sentito leggero, senza più dubbi né paure, bellissimo. Ho sperato che tutti potessero provare ciò che ho provato io in quel momento.” I compagni di calcio: Tommi, tuma, bomber, comunque ti si voglia ricordare, rimarrai il più forte attaccante con cui abbiamo mai giocato. Ti abbiamo visto lottare in campo su ogni pallone, rincorrendo anche quelli più difficili. Segnare di destro o di sinistro per te non era un problema perché l’importante era segnare. Mai di testa, forse per quell’improbabile bulbo che manco per la rappresentativa ti sei tagliato. Eppure hai segnato anche stavolta, perché te ne sei andato a testa alta ma insegnando a tutti che si può lottare a voce bassa. In campo così come fuori, sempre disponibile, mai una parola fuori posto. Ti abbiamo portato un pallone perché é ciò da cui tutto é iniziato e continuerà. Ora ricomincia ad allenarti, a sgomitare come un toro, a sfondare tutte le reti del paradiso. Esulta e vinci come sempre. Ti vogliamo bene, I tuoi compagniPadre Bento (Benedetto Albertin): Cari fratelli e sorelle, siamo davanti al buio di questo profondo e inquietante mistero della morte, nel quale rimaniamo tramortiti e senza parole. Non è facile, non è per niente facile, cercare di capire, soprattutto quando questo buio avvolge un figlio, un fratello, un amico. Non è facile nemmeno per questo sacerdote che in questi giorni piange con voi. Non dimenticherò mai quando ho visto per la prima volta la foto di Tommaso su un depliant. Profondamente commosso, sentivo forte nel cuore che dovevo pregare per lui. Era come una misteriosa missione che Dio, da quel momento, mi affidava. Così ho cercato di fare, nonostante la mia semplicità e povertà spirituale, pregando come per un amico, per un fratello, e stando vicino alla sua famiglia, come se fosse la mia propria famiglia. Però, sopra tutto questo, sopra tutto questo inesplicabile e oscuro mistero, brilla una misteriosa luce, non una luce qualunque, ma una luce che supera il sole e che viene della Croce, quando Cristo morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita1. È questa, fratelli, la speranza che non muore, che ci fa stare saldi, anche davanti a questo dolore, e la fede – per la grazia di Dio, ci fa proclamare: vita mutatur non tollitur – la vita non è tolta, ma trasformata2. Si, fratelli, è proprio attraverso questa fede, che possiamo leggere quello che ha ci ha detto Dio nella prima lettura: Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Nel giorno del loro giudizio risplenderanno… È questa, fratelli, la speranza, la speranza che non muore, che viene da certezza che Cristo - che, come noi, pianse l’amico Lazzaro – è risorto e ha vinto la morte! Proprio con questa fede, non siamo qui per dare un lontano e disperato addio a Tommaso, ma, un “arrivederci”, un “a presto”, fino al giorno in cui saremo tutti riuniti in Cristo, come prega la liturgia. La strada, però, è sempre l’amore, la carità verso tutti, soprattutto i più bisognosi. Come dice il Signore, Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere… ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Cari fratelli e sorelle, carissimi Marcello, Raffaela, Francesca e Emanuele: "Non è stato inutile. Tommi è stato un dono per la nostra città, ci ha insegnato a essere parte l'uno dell'altro. Con la tua vita breve hai fatto Bologna più bella." (cit. Mons. Juan Andres Caniato, attraverso il “Facebook”). Infine, rivolgiamo il nostro sguardo alla Madre di Dio. Lei, che ha sofferto per la morte del suo Divino Figlio nella croce, e si è rallegrata per la sua risurrezione, ci aiuti a restare saldi in questo momento di dolore. Che nostre lacrime siano non di disperazione, ma di amore. Perché, la verità di Dio… non ci nasconde che ci sarà la sofferenza e la morte, ma è la sola a poterci dare una speranza che non delude e a poterci promettere: «Fatti coraggio, perché il più bello deve ancora venire» (Card. Biffi). |
Gli amici di sempre:
E’ difficile per noi in questo momento trovare le parole adatte. Ognuno di noi ha avuto con lui un rapporto a proprio modo unico che non vogliamo e non possiamo riassumere in poche righe. Ma anche in questa occasione Tuma ci è venuto in aiuto. Le parole che vi leggeremo sono state scritte da lui, che avrebbe voluto condividerle con tutti noi. “Le persone che ti aiutano lo fanno col cuore, senza chiedere, loro lo fanno. Sono le persone che ti vogliono più bene in assoluto. Essere circondati da persone che farebbero di tutto per te, di più non posso desiderare. Mi rendo conto di essere tremendamente fortunato. Quando ci penso la notte dormo benissimo, pensando che ‘domani è un altro giorno’.” Noi vogliamo ringraziare tutte le persone che gli sono state vicine perché così come ha detto lui, anche in un momento del genere, l’hanno fatto sentire fortunato. Un grazie particolare a Marcello, Raffaella, Emanuele e Francesca, perché Tuma era quello che era soprattutto per merito vostro. Un enorme grazie a Tommaso che con la sua forza ci ha lasciato questo pensiero: 13 aprile 2015 “Dieci giorni fa stavo andando in Bolognina, non ricordo per quale motivo, pioveva e non era stata una gran giornata per me. Dunque, stavo camminando, sotto la pioggia col cappuccio, auricolari alle orecchie. Arrivo in cima al ponte della stazione, butto giù lo sguardo e vedo qualche treno passare. A quel punto, senza nessun motivo, mi fermo, faccio un respiro enorme e, mi imbarazza un po' dirlo, chiudo gli occhi. Un'illuminazione. Mi sono sentito leggero, senza più dubbi né paure, bellissimo. Ho sperato che tutti potessero provare ciò che ho provato io in quel momento.” I compagni di calcio: Tommi, tuma, bomber, comunque ti si voglia ricordare, rimarrai il più forte attaccante con cui abbiamo mai giocato. Ti abbiamo visto lottare in campo su ogni pallone, rincorrendo anche quelli più difficili. Segnare di destro o di sinistro per te non era un problema perché l’importante era segnare. Mai di testa, forse per quell’improbabile bulbo che manco per la rappresentativa ti sei tagliato. Eppure hai segnato anche stavolta, perché te ne sei andato a testa alta ma insegnando a tutti che si può lottare a voce bassa. In campo così come fuori, sempre disponibile, mai una parola fuori posto. Ti abbiamo portato un pallone perché é ciò da cui tutto é iniziato e continuerà. Ora ricomincia ad allenarti, a sgomitare come un toro, a sfondare tutte le reti del paradiso. Esulta e vinci come sempre. Ti vogliamo bene, I tuoi compagni |
Padre Bento (Benedetto Albertin):
Cari fratelli e sorelle, siamo davanti al buio di questo profondo e inquietante mistero della morte, nel quale rimaniamo tramortiti e senza parole. Non è facile, non è per niente facile, cercare di capire, soprattutto quando questo buio avvolge un figlio, un fratello, un amico. Non è facile nemmeno per questo sacerdote che in questi giorni piange con voi. Non dimenticherò mai quando ho visto per la prima volta la foto di Tommaso su un depliant. Profondamente commosso, sentivo forte nel cuore che dovevo pregare per lui. Era come una misteriosa missione che Dio, da quel momento, mi affidava. Così ho cercato di fare, nonostante la mia semplicità e povertà spirituale, pregando come per un amico, per un fratello, e stando vicino alla sua famiglia, come se fosse la mia propria famiglia. Però, sopra tutto questo, sopra tutto questo inesplicabile e oscuro mistero, brilla una misteriosa luce, non una luce qualunque, ma una luce che supera il sole e che viene della Croce, quando Cristo morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita1. È questa, fratelli, la speranza che non muore, che ci fa stare saldi, anche davanti a questo dolore, e la fede – per la grazia di Dio, ci fa proclamare: vita mutatur non tollitur – la vita non è tolta, ma trasformata2. Si, fratelli, è proprio attraverso questa fede, che possiamo leggere quello che ha ci ha detto Dio nella prima lettura: Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Nel giorno del loro giudizio risplenderanno… È questa, fratelli, la speranza, la speranza che non muore, che viene da certezza che Cristo - che, come noi, pianse l’amico Lazzaro – è risorto e ha vinto la morte! Proprio con questa fede, non siamo qui per dare un lontano e disperato addio a Tommaso, ma, un “arrivederci”, un “a presto”, fino al giorno in cui saremo tutti riuniti in Cristo, come prega la liturgia. La strada, però, è sempre l’amore, la carità verso tutti, soprattutto i più bisognosi. Come dice il Signore, Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere… ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Cari fratelli e sorelle, carissimi Marcello, Raffaela, Francesca e Emanuele: "Non è stato inutile. Tommi è stato un dono per la nostra città, ci ha insegnato a essere parte l'uno dell'altro. Con la tua vita breve hai fatto Bologna più bella." (cit. Mons. Juan Andres Caniato, attraverso il “Facebook”). Infine, rivolgiamo il nostro sguardo alla Madre di Dio. Lei, che ha sofferto per la morte del suo Divino Figlio nella croce, e si è rallegrata per la sua risurrezione, ci aiuti a restare saldi in questo momento di dolore. Che nostre lacrime siano non di disperazione, ma di amore. Perché, la verità di Dio… non ci nasconde che ci sarà la sofferenza e la morte, ma è la sola a poterci dare una speranza che non delude e a poterci promettere: «Fatti coraggio, perché il più bello deve ancora venire» (Card. Biffi). |